LET BE WOODEN La NEBletter del progetto LIFE-BE WOODEN Realizzata da ART-ER |
Per cominciare Il progetto BE-WoodEN si propone di sviluppare competenze attraverso una duplice modalità: una serie di webinar dedicati ai professionisti e a tutti coloro che sono interessati all’uso del legno per un’edilizia sostenibile, propedeutici alla partecipazione ad alcune attività interattive che consentono ai partecipanti di fare esperienze concrete sul campo e avere un confronto con esperti. Vediamo di cosa si tratta. |
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IL FATTORE NEB Le attività laboratoriali di BE-WoodEN Esperienze tra pari, dialogo con esperti e visite studio Il progetto Be-WoodEN prevede la realizzazione di Innovation Labs, azioni partecipative e di coinvolgimento degli stakeholder, da realizzare in Liguria e in Emilia-Romagna con modalità e target differenti: ne parliamo con Alessandro Bosso (ART-ER) e Laura Muraglia (Regione Liguria). Tra le attività interattive è prevista anche una visita studio in Slovenia: ne parliamo con Andreja Kutnar (Università di Primorska - Inno Renew CoE). |
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Laura, in cosa consiste l’Innovation Lab previsto in Liguria? Laura: L'Innovation Lab è una delle misure più interessanti del progetto Be-WoodEN. Si tratta di attività laboratoriali, con una vera e propria sfida tra gruppi di progettazione multidisciplinari, che ha per oggetto il co-design di alcuni spazi comuni siti in uno stabile di edilizia sociale a Imperia. |
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Chi sarà coinvolto in questo percorso? Laura: Ci interessa coinvolgere soggetti diversi, innanzitutto professionisti come architetti, ingegneri, agronomi che avranno usufruito dei webinar realizzati dal progetto Be-WoodEN (sempre disponibili sul sito di FormaGenova), innovatori e innovatriciselezionati attraverso una manifestazione di interesse, pensiamo ad artigiani, esperti di innovazione sociale, aziende e associazioni che si occupano di inclusione sociale o sostenibilità ambientale, artisti. In generale si tratta di placemaker che hanno svolto delle attività sui territori. Come si svolge il percorso? Laura: Il percorso partirà nel 2025: la prima parte a Genova, in febbraio, con un workshop interattivo in cui si creeranno i gruppi. Nella seconda parte, a marzo, i gruppi così formati conosceranno l’area pilota, oggetto del co-design: si tratta di uno degli edifici della nostra agenzia regionale per l'edilizia e il territorio di Imperia. E’ uno stabile molto interessante, dove ci sono aree comuni che possono essere oggetto di progettazione. Si trova in centro città, quindi in stretta relazione con il quartiere dove ci sono anche famiglie e giovani, che quindi potrebbero essere interessati alla fase di progettazione partecipata. I gruppi si sfideranno in un hackathon per proporre soluzioni. Vogliamo così portare nel territorio ligure un esempio di applicazione del New European Bauhaus. |
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Hai detto che per la selezione dei partecipanti c’è un bando. Quali sono i criteri? Laura: I criteri sono di due tipi, per i professionisti terremo conto del livello di frequenza dei webinar e del numero dei corsi seguiti, più la professionalità che emerge dal curriculum. Per gli altri, guarderemo alle loro esperienze pregresse, in materia di sostenibilità ambientale, progettazioni culturali, di lavoro sui territori, che si possono evincere dal curriculum. Come target puntiamo ad avere 48 professionisti e 18 innovatori. |
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Cosa succede dopo l’hackathon? Laura: Grazie alla collaborazione con ARTE Imperia, il gruppo più meritevole potrà realizzare il progetto. Non si tratterà di interventi sulla muratura ma di installazioni d’interni. Dovrà presentare uno studio di fattibilità che sarà giudicata da una commissione, composta dall'Università di Genova e dalla Regione Liguria. Un altro premio interessante, secondo me, consisterà nella partecipazione dei vincitori all'ultimo evento del progetto che si terrà a Bruxelles, dove potranno presentare il loro progetto. Prevediamo anche di mostrare i progetti degli altri gruppi partecipanti alla sfida. |
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Alessandro, veniamo ora all’attività prevista per l’Emilia-Romagna organizzata da ART-ER, di cosa si tratta? Alessandro: In Emilia-Romagna faremo un lavoro sulla filiera delle costruzioni in legno, dalla fase forestale, all'edificio e agli arredi. Ci rivolgiamo soprattutto alle imprese, allargando poi ai progettisti e alle pubbliche amministrazioni. |
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L’attività consiste in focus group in cui cerchiamo di far emergere come il miglioramento delle prestazioni ambientali possa anche rendere più competitiva la filiera. Come si articola il focus group? Alessandro: Organizziamo incontri sulla valorizzazione delle prestazioni ambientali e, in particolare, sugli strumenti a disposizione delle imprese. Da un lato, cerchiamo di coinvolgere i diversi rappresentanti della filiera, dalla coltivazione alla gestione forestale alla lavorazione del legno, le imprese di costruzioni, infissi, pavimenti, mobili e arredi in generale. Dall’altro lato invitiamo esperti di strumenti di valorizzazione che possiamo ricondurre alle certificazioni di prodotto o di edificio. Di quali certificazioni stiamo parlando? Alessandro: Parliamo di prodotti che utilizzano legno certificato FSC e PFC, ma anche che migliorano le prestazioni ambientali, come l’EPD nel MADE GREEN IN ITALY. Ci sono le certificazioni come la LEED e il protocollo ITACA, che riguardano la sostenibilità delleprestazioni dell'edificio nel suo complesso e del luogo in cui è ubicato. Parliamo di sistemi di gestione ambientale, quindi di come le aziende possono organizzarsi, come l’EMAS e ISO 14001. Per il prodotto c'è la carbon footprint e ci spingiamo anche ai crediti di carbonio, che possono intervenire in diverse fasi della filiera, laddove abbiamo uno stoccaggio e un incremento di assorbimento, sia nella fase forestale che dei prodotti legnosi. |
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| Alessandro: Gli incontri del focus group hanno l’obiettivo di elaborare una “cassetta degli attrezzi” o toolkit, una sorta di guida alle scelte strategiche dei diversi attori della filiera, quindi le imprese, chi si occupa delle forniture, i progettisti, ma anche per la pubblica amministrazione. Il primo incontro è stato caratterizzato da una rassegna degli strumenti oggi disponibili sul mercato e le imprese hanno fornito un riscontro. |
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A seguire, lavoreremo con le imprese sulle problematiche di applicazione, soprattutto dal punto di vista di risorse richieste, di complessità dello strumento, delle opportunità di mercato o delle difficoltà. Da questo lavoro sarà elaborato il toolkit. Abbiamo parlato delle imprese, ma ci sono anche le amministrazioni pubbliche. Come questo toolkit supporta gli enti pubblici? Alessandro: Abbiamo coinvolto gli enti locali ma ci interessano anche le agenzie per la casa. Il ruolo del pubblico è rilevante sotto diversi punti di vista. In materia di appalti per la realizzazione di edifici pubblici o di forniture, per la scelta di opportunità e certificazioni più indicate. Per il ruolo che l’ente regionale può avere nella promozione e finanziamento a sostegno all’uso del legno, attraverso incentivi. Per le policy, che possono collegare le scelte lungo la filiera alle politiche di adattamento climatico, sul capitale naturale e sull'economia circolare. Sono tutti aspetti che necessitano di strumenti operativi e con il progetto Be-WoodEN li possiamo fornire. |
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Veniamo adesso alla visita studio in Slovenia: Andreja, qual è il senso di questa attività all'interno del progetto? Andreja: Beh, LIFE BE-WoodEN si concentra sullo sviluppo di una maggiore conoscenza di come l'ambiente costruito possa essere più sostenibile attraverso la catena del valore del legno. |
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Naturalmente possiamo utilizzare video e webinar, lezioni, persino laboratori, ma possiamo anche combinare la teoria con la pratica, con l'esperienza del toccare con mano o di essere fisicamente nell'edificio stesso. Questa è la dimostrazione di ciò che intendiamo trasmettere al pubblico. È per questo motivo che abbiamo deciso di effettuare questa visita di studio, in cui mostreremo diversi aspetti del processo: i vari tipi di prodotti ingegnerizzati a base di legno, le diverse facciate e i trattamenti innovativi che contribuiscono non solo a un ambiente costruito sostenibile, ma anche alla sostenibilità rigenerativa. Vogliamo dimostrare che questo approccio non si limita a fare meno danni, ma contribuisce anche a restituire qualcosa alla natura. La facciata che ha la capacità di pulire l'aria ne è un esempio. La visita di studio include alcune fasi della catena del valore del legno? Andreja: Sì, poiché a volte è difficile immaginare come questo prodotto sia stato ricavato da un albero, abbiamo combinato la visita studio alle costruzioni costruzioni in legno con la visita ai produttori di Legno Lamellare Trasversale (Cross Laminated Timber - CLT). I partecipanti vedranno l'intero processo, come viene creato un pannello CLT, come lo tagliano e come lo incollano. Riteniamo che sia importante che i partecipanti possano effettivamente fidarsi del materiale perché vedranno tutti i controlli di qualità che ogni azienda produttrice di materiali da costruzione deve seguire. |
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Quante persone prevedete di accogliere? E quali sono le località in cui si svolge la visita di studio? Andreja: Ci aspettiamo circa 20 persone dall'Italia e altri partecipanti dal consorzio. L'edificio da visitare è il più grande edificio in legno della Slovenia, realizzato in CLT, e si trova a Isola, a circa 15 chilometri da Trieste, molto vicino all'Italia. |
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Quando è prevista la visita? Andreja: L’attività si svolge nel Febbraio 2025. L'arrivo è previsto il 17 febbraio, il 18 la visita si svolgerà durante l'intera giornata e comprenderà lezioni sulle specificità degli edifici in legno e sui diversi prodotti in legno ingegnerizzato utilizzati nelle costruzioni. Faremo dimostrazioni l'uso di sensori per il monitoraggio della salute degli edifici in legno. Naturalmente ci sarà un tour dell'edificio e di tutti i nostri laboratori. Il 19 mattina ci recheremo a visitare la produzione di legno lamellare. Nel pomeriggio, al termine della visita è prevista la partenza per il rientro in Italia. Cosa vi aspettate da questa visita? Andreja: Mi aspetto che la maggior parte dei partecipanti siano architetti, spero che la visita possa essere di incoraggiamento a progettare il loro prossimo edificio in legno. È un modo per stimolarli a pensare: è possibile! Gli architetti sono quelli che devono progettare in modo davvero responsabile, quindi è importante che comprendano le specificità degli edifici in legno e che si fidino del legno come materiale da costruzione. |
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| Laura Muraglia è esperta in sostenibilità ambientale e specializzata in sviluppo locale e progettazione europea. E’ stata dirigente presso l’Agenzia Ligure per la Protezione Ambientale, dove ha gestito l’Ufficio Progettazione Europea fino al marzo 2021, quando ha assunto l’incarico, attualmente in essere, di responsabile del Settore Affari Europei ed Internazionali della Regione Liguria |
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| Alessandro Bosso è geologo e ha conseguito un master internazionale in gestione integrata dell’ambiente. Si occupa di gestione delle risorse naturali e di sostenibilità ambientale, esperto nei temi legati al capitale naturale, al cambiamento climatico, all’economia circolare. |
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| Andreja Kutnar è la direttrice dell'istituto di ricerca InnoRenew CoE e professoressa ordinaria nel campo della scienza del legno presso l'Università di Primorska, Slovenia. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Scienza del legno e sta conducendo ricerche approfondite su diverse aree di questa scienza poliedrica, che si distingue per il suo approccio altamente interdisciplinare e l'ampio coinvolgimento internazionale. |
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